Il varo del Recovery Fund proposto dalla Commissione Europea “è per l’Italia una grande responsabilità, anche perché non credo avrà tante opportunità come questa” in futuro: sulle risorse disponibili per il nostro paese “ho letto cifre intorno a 170-180 miliardi, Anche se l’Italia è un contributore netto per 4 miliardi l’anno è ‘tanta roba’, come si dice a Roma: il problema è come spendere queste risorse”. Lo sottolinea in un’intervista a ‘Radio Anch’io’ su RadioRai il commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni ricordando che “la direzione giusta è affrontare le emergenze, puntare sulla transizione verde e digitale, affrontare le inefficienze burocratiche e la lentezza della giustizia civile”. Certo, ammette, “in prospettiva il tema del debito deve essere tenuto sotto controllo, non possiamo dimenticare che siamo troppo indebitati. Ora dobbiamo spendere ma in futuro questo debito dobbiamo metterlo su percorso più gestibile o fra qualche anno ci troveremo in difficoltà”.
Dai paesi cosiddetti ‘frugali’ (Austria, Olanda, Danimarca e Svezia) è arrivata al Recovery Fund “una reazione iniziale non di porta in faccia ma di inizio di un negoziato, una reazione che rende possibile un accordo: non sarà facile ma ci si arriverà”. Gentiloni ricorda come in quei paesi “le loro grandi imprese e i loro sindacati sono assolutamente convinti che si tratta non di operazione caritatevole ma di perseguire interessi comuni” interessi “che sono anche dei loro lavoratori”. Peraltro, aggiunge, alle risorse del Fondo “non ci si può rinunciare facilmente, anche perché quelli sono i paesi che ne approfittano di più”.
In ogni caso, quella arrivata con la proposta della Commissione è “una svolta storica, non era mai accaduto che decidesse di andare sui mercati, e spendere queste risorse per finanziare progetti con sussidi o prestiti. La Commissione era abituata a una politica di tetti e controlli, ora avrà risorse comuni”: davanti alla crisi aperta dal coronavirus “la Commissione ha fatto la sua parte in modo adeguato e ambizioso , è pronta a emettere titoli e finanziare programmi, alcuni dei quali partiranno già quest’anno, mentre altri, legati al prossimo budget, partiranno dall’anno prossimo”. Gentiloni ammette comunque come sia stato “determinante l’accordo Francia-Germania senza il quale forse la Commissione non avrebbe avuto la forza di fare una proposta così avanzata. E se Francia e Germania si sono messi d’accordo vuole dire che la cancelliera Merkel ha avuto consapevolezza” di una crisi determinante.