Una coppia di coniugi di 31 e 28 anni, entrambi residenti a Napoli, è stata denunciata a piede libero dai militari della Tenenza dei Carabinieri e dagli agenti del Comando di Polizia Locale di Ciampino, dopo essere stati colti in flagrante a tentare l’acquisto di due Iphone5, del valore di 1.500 euro, con documenti falsi presso un punto vendita della compagnia telefonica Tre.
I due truffatori stavano tentando di sottoscrivere un contratto che prevede, a fronte di una rata mensile di poche decine di euro, la consegna del costoso smartphone. Contratto che prevede la migrazione da altra compagnia telefonica, fatto per il quale gli stessi coniugi avevano precedentemente acquistato una scheda ricaricabile della compagnia telefonica Wind presso un altro rivenditore di Ciampino, sempre fornendo i medesimi documenti falsi e utilizzando la carta di credito di un ignaro cittadino.
Ad allertare le forse dell’ordine è stata la titolare del negozio Tre di Via 4 Novembre, in pieno centro cittadino e a due passi dalla stazione ferroviaria, che si è insospettita sulla veridicità dei documenti e con una scusa ha preso tempo prima di perfezionare la sottoscrizione del contratto, telefonando nel frattempo alla Polizia Locale.
Dopo pochi attimi è giunta sul posto la pattuglia che operava al centro, che ha atteso i due coniugi all’uscita del locale, ha provveduto alla identificazione e, dopo essere stati raggiunti in poco tempo da due pattuglie di Carabinieri e Polizia Locale, ha proceduto alla ispezione del borsello dell’uomo, all’interno del quale era presente la carta di identità con i dati di un uomo residente nella provincia di Roma e la foto del truffatore, una tessera sanitaria e codice fiscale riportante gli stessi dati e una carta di credito intestata alla medesima persona.
Accanto a questi documenti – poi risultati corrispondere ad un ignaro signore residente in provincia di Napoli – era presente la vera carta di identità dell’uomo, che dai controlli effettuati presso la Tenenza dei Carabinieri è risultato essere già pregiudicato per diversi reati simili (truffa, utilizzo di documenti falsi e uso di strumenti di pagamento senza esserne titolare).
Nei confronti dei due coniugi, l’A.G. ha poi disposto la denuncia in stato di libertà per i reati compiuti, compreso quello della donna che ha continuato a confermare le false generalità del marito anche dopo la identificazione. I documenti falsi sono stati posti sotto sequestro e lo smartphone è stato restituito al negoziante.