4 hours ago by polizialocale in Approfondimenti 1077 0 0 La sicurezza sulle nostre strade è una priorità assoluta per il nostro Comando e di tutte le forze di polizia che si occupano dei controlli su strada. La costante evoluzione della giurisprudenza ci fornisce strumenti sempre più precisi per garantire la tutela di tutti gli utenti. A tal proposito, la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 23939 del 27/06/2025 offre un chiarimento fondamentale in merito alla manovra di retromarcia, sottolineando gli obblighi di cautela a cui ogni conducente è tenuto. L’importanza della prudenza e del controllo La Suprema Corte ribadisce con fermezza un principio cardine del Codice della Strada: la manovra di retromarcia deve essere eseguita con estrema cautela, lentamente e con il completo controllo dello spazio retrostante. Questo significa che il conducente non può limitarsi a un rapido sguardo o a un affidamento generico sulla visibilità. Al contrario, è richiesto un impegno attivo e costante per assicurarsi che l’area dietro il veicolo sia completamente libera da ostacoli, pedoni o altri veicoli. Quando la visibilità è limitata: l’obbligo di controllo aggiuntivo La sentenza si sofferma in particolare sulle situazioni in cui la visibilità posteriore è precaria. Qualora il conducente si renda conto di trovarsi in una strada che non consente di percepire chiaramente l’eventuale presenza di un pedone o il sopraggiungere di un veicolo in un’intersezione, l’obbligo di cautela si intensifica. In questi casi, se la manovra di retromarcia è inevitabile, il conducente ha il dovere di controllare la strada in modo approfondito. Questo può includere, ove necessario e possibile, la richiesta di collaborazione a terzi per ricevere indicazioni e assicurarsi che la manovra avvenga senza alcun pericolo. L’obiettivo è sempre quello di eliminare ogni rischio per l’incolumità altrui. La prevedibilità del comportamento altrui e la corresponsabilità Un altro aspetto cruciale evidenziato dalla Cassazione riguarda l’affidamento sul comportamento degli altri utenti della strada. Il conducente che effettua una manovra di retromarcia non può fare affidamento sul fatto che gli altri prestino a loro volta attenzione. La sentenza chiarisce che l’eventuale imprudenza di pedoni o altri veicoli, se non costituisce un fatto del tutto imprevedibile e sopravvenuto, può rappresentare al più una causa concorrente dell’incidente. Ciò significa che tale imprudenza altrui non è di per sé sufficiente ad escludere la responsabilità del conducente che stava eseguendo la retromarcia. In altre parole, il conducente ha un obbligo primario di garantire la sicurezza della propria manovra, a prescindere dal comportamento degli altri. Solo nel caso in cui l’altrui comportamento imprudente sia del tutto imprevedibile e al di fuori di ogni logica aspettativa, si potrà escludere la responsabilità di chi effettua la retromarcia. Conclusioni Questa sentenza della Cassazione rafforza ulteriormente il concetto che la responsabilità nella circolazione stradale è un dovere primario di ogni conducente. La manovra di retromarcia, apparentemente semplice, richiede in realtà la massima attenzione e cautela. (a cura di Roberto ANTONELLI) Condividi: