La transizione verso il cashless, con una riduzione significativa del contante e l’emersione del sommerso, deve essere “dolce, fair, gentile”, senza imposizioni o “penalizzazioni” per chi non vuole conformarsi all’uso della moneta digitale. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, aprendo la terza giornata degli Stati generali dell’Economia con le confederazioni, il mondo del commercio e dell’artigianato.
“Non possiamo digitalizzare il Paese se rimarrà consistente l’economia sommersa. È questo il vero problema – ha rimarcato a più riprese il presidente del Consiglio -. Non è solo un problema dei 100, 110, 120 miliardi che sono sottratti al circuito legale. Certo che è un problema, sono somme consistenti. Ma è chiaro che se noi andiamo a modernizzare il Paese per renderlo più avanzato, per farlo correre con la crescita del Pil, per non avere più una sofferenza congenita nella produttività e nel prodotto interno lordo non potremo mai raggiungere questo risultato perché potremo digitalizzare quel che vogliamo ma una grande percentuale dell’economia del Paese rimarrà sottratta alla digitalizzazione. Il modo per raggiungerlo è un modo dolce, fair, gentile. Non abbiamo mai pensato di imporre penalizzazioni a chi non si conforma a questa buona pratica dei pagamenti digitali”.