Prosegue l’attività congiunta, disposta dalla Capitaneria di Porto di Roma e dalla Polizia Locale di Ciampino, di verifica in tutte le attività di vendita e somministrazione al consumatore di pesce fresco, decongelato e congelato.
Nella giornata di oggi, martedì 7 novembre, i controlli si sono concentrati su un esercizio commerciale di piccole dimensioni ed un supermercato posti nel centro della città, oltre a due ristoranti, entrambi nella zona a nord ed entrambi specializzati nella cottura di pietanze a base di pesce.
Come ormai da prassi consolidata, militari ed agenti hanno effettuato una capillare azione volta a verificare in primo luogo se quanto reclamizzato nei volantini e nelle etichette (nel caso di negozi e supermercati) o nei menù (nel caso di ristoranti) corrispondesse al vero, per poi concentrarsi sulla verifica della tracciabilità e della qualità dei prodotti, oltre che sull’igiene dei luoghi e sullo stato dei frigoriferi e degli ambienti di conservazione e lavorazione del pesce. In ultimo si è proceduto alla verifica delle autorizzazioni amministrative e sanitarie di commercianti e singoli venditori o addetti.
Purtroppo, nonostante il ripetersi di tali controlli con sempre maggiore frequenza, diversi sono stati i problemi riscontrati, per lo più relativi alla mancata tracciabilità dei prodotti, ovvero all’impossibilità di verificare se il prodotto venduto o somministrato fosse effettivamente di qualità, da dove provenisse, da quanti giorni era stato pescato e come era stato conservato.
In uno dei due ristoranti, inoltre, non in tutti i menù erano “asteriscate” le portate che erano preparate con prodotti ittici congelati; cosa fatta correggere sul posto al titolare.
Ben più critica la situazione riscontrata nel supermercato, dove diverse quantità di pesce, ed in particolare quelle considerate più “pregiate” (pesce spada, filetti di tonno e scampi) erano vendute come “fresche” mentre invece erano decongelate. Oltre al potenziale danno alla salute che tale condotta può produrre, anche il prezzo di vendita era di molto superiore al reale valore commerciale (più del doppio la differenza).
Cosa ancor più grave, uno di essi era anche il “prodotto di volantino” con cui veniva attirata l’attenzione della clientela. Inoltre, orate e spigole erano vendute come “prodotto pescato” mentre invece risultavano di allevamento.
Complessivamente, sono stati posti sotto sequestro 70 kg di prodotti ittici, parte dei quali (quelli di cui la qualità è stata certificata dal medico veterinario chiamato sul posto) destinati in beneficenza all’associazione “Arca Il Chiccco” particolarmente attiva sul territorio comunale per l’attività in favore di disabili mentali, e riconosciuta a livello nazionale ed internazionale.
I controlli continueranno con sempre maggiore frequenza in tutti i negozi, mercati, supermercati e ristoranti della città al fine di garantire la tutela del consumatore.
COSA DEVE CONTROLLARE UN CONSUMATORE QUANDO ACQUISTA IL PESCE
Si ricorda ai consumatori di verificare, prima di ogni acquisto, che ogni banco di rivendita di pesce rispetti almeno le seguenti regole:
– separare il pesce fresco da quello decongelato, ponendo in vendita uno da un lato ed uno dall’altro;
– indicare per ogni tipologia di pesce il nome, se è pescato o allevato, se è fresco o decongelato e la sua provenienza;
– la provenienza può essere indicata con il nome (atlantico, Italia mar tirreno, Grecia, ecc.) o mediante le zone fao (fao 37 è il mar mediterraneo) purché sia ben visibile al cliente il mappamondo che ricordi ad ogni sigla quale parte del mondo corrisponde;
– indicare il prezzo in maniera chiara per ogni prodotto.
Acquistare un pesce decongelato credendo che sia fresco può portare il consumatore a congelarlo una seconda volta, con evidenti rischi per la salute. Acquistare un pesce di allevamento credendo che sia pescato in mare aperto, o acquistare un pesce di mari lontani credendo che sia pescato nei mari locali significa pagarlo un prezzo molto più alto del suo reale valore commerciale.