“Oggi i nostri dati non sono quelli delle settimane passate, siamo ancora in una fase in cui c’è bisogno della massima prudenza e cautela ma è senz’altro vero che i numeri con cui abbiamo a che fare sono più contenuti. Ieri, ad esempio, abbiamo avuto 300 casi positivi. Ci sono stati giorni nel mese di marzo in cui si arrivava a 5-6000 casi. Oggi abbiamo numeri che sono 15-20 volte più piccoli rispetto al passato”. Lo ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza ospite di ‘Timeline’ su SkyTg24. “I tamponi, che abbiamo fatto in numero molto significativo in Italia, devono essere fatti anche nel più breve tempo possibile – ha aggiunto – e questo ci permette di essere più rapidi nel tracciamento e nell’isolamento dei positivi”. “La seconda ondata è temuta dagli scienziati di tutto il mondo. E’ ricorrente nella storia delle pandemie e non può essere sottovalutata. Dobbiamo farci trovare pronti, guai a pensare che la sfida sia finita”.
I TAMPONI – “Se l’analisi sierologica risulta positiva, significa che la persona ha avuto contatti con il virus nei giorni precedenti e in quel caso non si può escludere che la carica virale sia ancora presente” dice il ministro, rispondendo alla domanda su quanto dovrà aspettare per un tampone chi risultata positivo all’indagine sierologica lanciata dal Governo per la ricerca degli anticorpi anti Sars-CoV-2. “Quindi, noi chiediamo alle aziende sanitarie che nel più breve tempo possibile facciano un tampone per avere certezza del fatto, ovvero che la persona ha ancora la carica positiva all’interno del suo organismo. Su questo c’è un lavoro in corso da settimane nelle nostre Regioni per rendere lo spazio di tempo che passa il più breve possibile”.
LA APP – Per l’App ‘Immuni’ “siamo nelle battute finali. Abbiamo fatto un lavoro molto accorto, ci auguriamo che il maggior numero di italiani la scarichi. Sarà uno strumento in più” contro Covid-19. Sempre riferendosi ad ‘Immuni’, si tratta di “un pezzo di una strategia complessiva – ha chiarito il ministro – C’è un confronto in corso con le Regioni che poi avranno un ruolo determinante. Ma non basta un solo punto, c’è bisogno di una strategia che comprende la App, i test sierologici, il rafforzamento del nostro sistema ospedaliero, e anche dell’assistenza territoriale e domiciliare”.
SCUOLA – “A settembre senz’altro le scuole riapriranno” ha assicurato il ministro. “Anche io sono padre di due bimbi che vogliono abbracciare i loro compagni e la loro maestra, ma abbiamo dovuto fare delle scelte. Stiamo lavorando in queste ore per una ripartenza in massima sicurezza”.