“Oggi nessuno può prevedere cosa accadrà a settembre e ottobre”. Per il piano scuola, quindi, “sarebbe stato meglio prevedere più opzioni, basate sui diversi scenari. A partire da quello più drammatico, di una seconda ondata, e quindi di chiusura, fino a quello più roseo di una completa normalità e quindi di ripartenza totale”. A dirlo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università di Pisa, commentando le linee guida del Governo per la ripresa delle attività scolastiche.
“La valutazione della eventuale efficacia di queste misure – ha detto Lopalco all’Adnkronos Salute – è basata al momento solo su ipotesi, perché oggettivamente non sappiamo cosa succederà a settembre. Qualunque tipo di misura di prevenzione, infatti, deve essere rapportata alla valutazione del rischio. In questo caso la circolazione del virus in quel momento. Ed è un dato di cui non disponiamo”.
Dobbiamo quindi essere consapevoli del fatto che, dice l’esperto, “quello che oggi stiamo mettendo nero su bianco potrebbe non valere tra due mesi”. Per Lopalco “più che linee guida su cosa bisognerà fare” il 14 settembre “avrei preferito vedere un piano di preparazione, ovvero si sarebbe dovuto indicare ‘cosa si dovrebbe fare in caso che…’ perché tutto dipenderà dagli scenari”. E tutto si deve parametrare al rischio, “per questo non avrei prefigurato un’unica prescrizione, perché ci potremmo trovare nell’enorme imbarazzo di aver fatto un caos di polemiche adesso sul metro di distanza e poi ritrovarci a settembre a dover cambiare tutto perché lo scenario è cambiato” .