Ritorno a scuola, cosa fanno i Paesi europei 

I governi di tutta Europa hanno chiuso scuole e università durante la fase acuta dell’epidemia di coronavirus, affidandosi ai corsi per via telematica. Anche la Svezia, dove le misure sono state più blande, ha dovuto arrendersi ai corsi online sopra i 16 anni. E ora la riapertura è uno dei problemi cruciali affrontati dai governi, con soluzioni diverse a seconda del livello dell’epidemia, le caratteristiche del sistema scolastico e le autonomie locali. Chi è già ripartito ha scelto di farlo in modo graduale, ma l’obiettivo per tutti è cercare di tornare il più possibile alla normalità con l’inizio del nuovo anno scolastico. 

AUSTRIA: le scuole sono gradualmente ripartite il 18 maggio, partendo dai bambini fra i 6 e i 14 anni. Il processo di riapertura è proseguito a tappe, monitorando la situazione dell’epidemia. 

BELGIO: la riapertura è cominciata a metà maggio, a partire dalle ultime classi di ciascun ciclo di studio. Il 2 giugno sono ripartite tutte le scuole materne e l’8 le elementari. La piena normalità non è però stata ripristinata e non tutti sono tornati sui banchi. Il governo ha annunciato che da settembre tutti i bambini della materna e le elementari riprenderanno la scuola cinque giorni a settimana. Per le secondarie sono previsti diversi scenari a seconda della situazione sanitaria: se la situazione rimarrà al livello attuale (scenario giallo) i ragazzi torneranno solo per quattro giorni a settimana. Se risalirà il contagio, scatterà lo scenario arancione o rosso, con la divisione della classe in due gruppi che si alterneranno con una settimana in presenza e l’altra online. Le mascherine saranno obbligatorie quando non si potranno rispettare le distanze e le regole igieniche saranno rafforzate in base agli scenari.  

DANIMARCA: le scuole sono gradualmente ripartite a metà aprile, partendo dai più piccoli.  

FRANCIA: la riapertura delle scuole è cominciata in maniera graduale l’11 maggio per elementari e medie, ma non tutti sono tornati in classe e raramente a orario pieno. Il 22 giugno è scattata la campanella per tutti i bambini delle materne, le elementari e le medie con l’orario normale. Si tratta solo di due settimane, ma il governo lo ha ritenuto importante dal punto di vista didattico e psicologico. Alle superiori sono ripresi alcuni corsi in presenza per le scuole professionali, mentre nei licei sono possibili incontri fra singoli studenti e i professori. Alla materna non è prevista una distanza fisica minima, ritenuta inapplicabile dal punto di vista pratico. Alle elementari la distanza di un metro è solo raccomandata, mentre alle medie gli allievi dovranno indossare la mascherina se non si potranno rispettare le distanze. L’obiettivo è far ripartire tutta la scuola a settembre, con programmi speciali per il recupero di chi è rimasto indietro.  

GERMANIA: il graduale ritorno in classe è iniziato il 4 maggio, ma il quadro varia molto a seconda dei diversi lander, ciascuno dei quali ha stabilito proprie regole. Tuttavia la maggior parte degli istituti scolastici non ha pienamente ripreso le lezioni, sia per quanto riguarda tutte le classi che l’orario. Il governo federale ha stabilito una piena ripresa con il nuovo anno scolastico che ripartirà fra agosto e settembre.  

GRAN BRETAGNA: fra gli ultimi paesi europei ad entrare in lockdown, la Gran Bretagna ha riaperto il primo giugno le scuole materne e le classi di prima e seconda elementare. Ma ha poi dovuto far marcia indietro sull’idea di riaprire le altre classi delle elementari prima delle vacanze estive, di fronte al problema di garantire le distanze sociali. Il ministro dell’Istruzione ha annunciato che presto saranno diffuse linee guida per la riapertura di tutte le scuole a settembre.  

NORVEGIA: le scuole sono gradualmente ripartite il 20 aprile.  

OLANDA: le scuole sono ripartite gradualmente l’11 maggio, ma le classi sono state divise e il 50 % delle lezioni avviene online. Le elementari sono stati pienamente riaperte l’8 giugno. Stessa data per la partenza dei licei, il cui orario è stato ridotto. 

SLOVENIA: la ripartenza graduale è iniziata il 18 maggio, ma diverse classi sono poi state chiuse a Lubiana dopo la scoperta di alcuni focolai.  

SPAGNA: Il ritorno a scuola è fissato per settembre, come in Italia. Il governo sta preparando un quadro generale di linee guida per le autorità regionali. L’idea è di evitare il più possibile grandi gruppi di studenti per garantire una distanza minima di 1,5 metri. Altrimenti vengono raccomandate “misure d’igiene appropriate”, che potrebbero tradursi nell’obbligo di indossare la mascherina. La linee guida si scontrano però con le realtà della scuola: in Castiglia vi sono per esempio classi fino a 40 alunni al liceo e per dividerle bisognerebbe assumere altri insegnanti. Per materne ed elementari, dove è difficile far rispettare le distanze sociali, si sta studiando il modello delle “classi bolla”, ovvero gruppi di massimo 25 allievi che interagiscono soltanto fra loro, senza contatti con il resto della scuola. 

SVIZZERA: il rientro graduale a scuola è iniziato l’11 maggio da elementari e medie, mentre per le scuole secondarie si è aspettato l’8 giugno. Vi sono linee guida per il mantenimento delle distanze e le regole d’igiene, ma l’organizzazione è affidata ai cantoni, competenti per l’istruzione. Alcune classi sono state divise in due gruppi. 

UNGHERIA: le scuole sono state riaperte il 2 giugno. 

 

 

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