“Dobbiamo vivere di settimana in settimana, e monitorando la situazione. Saranno necessari lockdown chirurgici laddove il sistema, in base anche al numero di casi crescenti, non regge. Se il sistema non regge è meglio una pausa di due settimane. Non dico nazionale, parlo di situazioni locali. Può essere una città, un comune, una regione, si vedrà in corso d’opera”. Ne è convinto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto oggi ad ‘Agorà’ su Rai3. “Con le misure prese con questo Dpcm non credo che caleranno i contagi, ma ne sarà limitata la salita in modo tale che il sistema possa accettare ricoveri ed essere sostenibile”.
La chiusura, sottolinea Sileri, “non è legata solo ai casi, ma è un processo che parte da quella che è l’organizzazione territoriale di risposta: tamponi, posti letto, terapie intensive, capacità di contact tracing, trasporti, andamento del contagio. E’ un flusso che parte dall’organizzazione locale e arriva fino al punto finale, che a volte rappresenta il fallimento dei percorsi precedenti che è la terapia intensiva. Alla chiusura si arriva attraverso l’analisi di tutto questo sistema. E’ chiaro che deve esserci confronto e discussione. Ci sarà l’aperturista e chi vuole chiudere e solo attraverso questo confronto si guarda al problema in toto”. Ma il viceministro puntualizza: “Laddove non sei pronto è giusto fare un passo indietro e resettare il sistema. Quindi anche chiusure di due o tre settimane possono essere giuste in determinate aree del Paese”.