Cassa integrazione più veloce, ecco le procedure 

”Prima di rispondere ai quesiti posti, mi corre l’obbligo di ricordare il contesto in cui il Governo e l’Inps hanno dovuto operare negli ultimi tre mesi, al fine di garantire, in tempi quanto più rapidi possibili, la tutela delle aziende e dei lavoratori. Come noto a tutti, abbiamo dovuto utilizzare gli strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento, riadattandoli alle eccezionali esigenze di protezione scaturite dalla pandemia in atto. Ciò si è verificato in particolar modo con riferimento agli ammortizzatori sociali, sui quali, fin dall’inizio del mio mandato, ho sottolineato la necessità di una riforma”. Lo sottolinea il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, rispondendo al question time al Senato. 

”Ho già evidenziato in altre occasioni lo straordinario sforzo compiuto non solo dal Governo, ma anche da parte di tutti i dipendenti dell’INPS, chiamati ad evadere in un solo mese un numero di pratiche che, di norma, viene gestito in anni -aggiunge il ministro-. Tuttavia, consapevole delle gravi difficoltà che l’intera popolazione si trova ad affrontare, ho lavorato per migliorare il sistema, semplificando le procedure tradizionalmente adoperata per l’erogazione dei trattamenti di integrazione salariale, compreso quello in deroga, al fine di renderli più snelli e veloci”. 

”Proprio a tal fine, nel decreto Rilancio è stato eliminato il coinvolgimento delle Regioni nella fase di presentazione della domanda di integrazione salariale in deroga -spiega Catalfo-. Più precisamente, in base a quanto previsto dall’art. 71 del decreto Rilancio, il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’Inps inoltra direttamente all’istituto la domanda di concessione del beneficio entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, unitamente ai dati essenziali per il calcolo e l’erogazione di una anticipazione della prestazione ai lavoratori”. 

”Nel termine di quindici giorni dal ricevimento della domanda, l’Inps autorizza le domande ed eroga un anticipo del trattamento pari al 40% al fine di garantire immediata liquidità ai lavoratori. Entro i trenta giorni successivi, il datore invia all’Istituto tutti i dati necessari per il saldo dell’integrazione salariale.Tali modifiche richiedono dei tempi tecnici necessari per adeguare i sistemi informativi dell’INPS, che sta già implementando il sistema per la ricezione delle domande di cassa integrazione in deroga”, continua il ministro. 

”Venendo allo stato di erogazione dei trattamenti di integrazione salariale, ad oggi sono stati pagati 6,9 milioni di lavoratori, il 92% del totale di coloro per i quali le aziende hanno inviato a Inps i dati necessari per il pagamento -sottolinea Catalfo-. In particolare, per quanto concerne lo stato di pagamento della cassa in deroga, in base ad un’analisi dei dati aggiornata al 3 giugno 2020 e con riferimento a un quadro su scala nazionale, risulta che i beneficiari autorizzati dall’INPS sono 1.285.601. Di questi, sono stati forniti dalle aziende all’Istituto i dati necessari per il pagamento relativi a circa 1.100.000 lavoratori, dei quali 911.247 risultano già pagati. Tutti i dati sono in ogni caso disponibili sul sito dell’Istituto”. 

”Per concludere, posso assicurare che è già allo studio del mio Ministero una riforma organica della disciplina degli ammortizzatori sociali, volta a rendere l’istituto meno farraginoso e più idoneo a rispondere tempestivamente alle esigenze di tutela delle imprese e dei lavoratori. Largo spazio verrà riconosciuto al profilo della formazione e dell’accompagnamento del singolo lavoratore al reinserimento nel mercato del lavoro. Solo orientando gli strumenti di sostegno al reddito verso politiche attive è possibile affrontare la sfida di rinnovamento che questa delicata fase dovuta al Covid-19 ci pone”, conclude Catalfo. 

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