Fiepet: “Con Dpcm pubblici esercizi in ginocchio, migliaia a rischio chiusura”  

“Con il Dpcm del governo c’è un mix di misure che mettono in ginocchio il nostro settore, quello della ristorazione e della somministrazione. Sono migliaia i locali che lavorano a partire dalle 22 di sera, il 15% dell’intero settore della somministrazione in Italia, chiudendoli alle 24 si dà loro una mazzata terribile, li si condanna alla chiusura definitiva. Cosa fanno aprono alle 22 e alle 24 chiudono, lavorano due ore?”. E’ amareggiato Giancarlo Banchieri, presidente della Fiepet Confesercenti, la Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici, intervistato da Adnkronos/Labitalia, dopo l’emanazione del Dpcm del governo che prevede la chiusura dei locali alle 24 con il divieto di sosta e consumazione all’esterno dei locali dopo le 21.  

Per Banchieri non è solo la chiusura anticipata dei locali, tra le misure previste dal Dpcm, a colpire il settore. “Con la chiusura dei locali alle 24, il ricorso sempre più massiccio allo smart working, il turismo che è assente, e anche l’effetto scoraggiamento dell’annuncio delle misure del governo, il nostro comparto che conta 300mila aziende e oltre un milione di addetti rischia di avere il colpo finale, dopo aver vissuto i mesi di chiusura del lockdown e i pochi affari dei mesi successivi”, spiega ancora.  

Secondo il presidente di Fiepet “certamente la salute pubblica in questo momento viene prima di tutto e serviva fare qualcosa, ma a nostro parere quanto fatto non avrà gli effetti sperati e colpirà solo il nostro comparto. Si poteva raggiungere un compromesso, tenendo aperti i locali anche dopo le 24 permettendo solo il servizio al tavolo, vietando gli assembramenti e facendo rispettare le distanze, che è la cosa importante”.  

Anche perché, attacca Banchieri, “la movida c’è ormai da 4 mesi, mentre l’esplosione dei casi è di questi ultimi giorni e quindi credo che i locali non siano gli unici ‘colpevoli’ di questa impennata dei casi”.  

Per il presidente di Fiepet Confesercenti “serve un mix tra restrizioni accettabili e intelligenti, aiuti veri e concreti e dallo Stato, e prestiti dalle banche con termini lunghissimi per la restituzione. Senza tutto ciò si rischia la pandemia economica per il nostro comparto, quello della somministrazione e della ristorazione. Non possiamo resistere ancora tanto in queste condizioni”.  

“Rischia di essere – spiega Banchieri – la mazzata finale per noi, anche perché sappiamo bene che sono tanti i mesi di difficoltà che ci attendono e affrontarli senza misure intelligenti, che permettano di frenare il contagio ma anche a noi di continuare di lavorare, sarà come condannare appunto un intero comparto alla fine”, conclude Banchieri.  

(di Fabio Paluccio) 

 

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