Lavoro, Salamon: “Tanto da fare per le donne, senza di loro Pil non cresce” 

Conciliare lavoro e famiglia? Per una donna non è facile. Ma non è neanche una missione impossibile. “Io ce l’ho fatta perché non ero una manager ma un’imprenditrice – spiega all’Adnkronos Marina Salamon, presidente della holding Alchimia e presidente d’onore Doxa e mamma di 5 figli -. Ero la padrona di me stessa. Mi portavo i figli da allattare sulla scrivania di fianco, cosa che non sarebbe permessa oggi, almeno non tanto facilmente. Lavoravo fino a notte fonda e tornavo a lavorare subito dopo essere uscita dall’ospedale ma non ero soggetta alla valutazione di altri uomini, magari”. 

I dati dell’ispettorato del Lavoro diffusi ieri sono allarmanti: in un anno si sono dimesse oltre 37 mila neomamme perché impossibilitate a far convergere vita privata e carriera. “Io ho sempre dato massima opportunità alle donne al mio fianco – dice Salamon -. Da noi le donne guidano le aziende il più possibile come testimonianza che consigliare vita privata e carriera si può fare”. Di una cosa, tuttavia, Salomon, è preoccupata: “Io – ammette – temo un arretramento del mercato del lavoro perché le crisi economiche possono generare innovazione ma anche trattamenti peggiori nei confronti di chi lavora, è il timore che ho verso Italia”. 

Quanto alle donne, “perché – si chiede Salamon – in Italia lavorano meno e fanno meno figli rispetto ad altri Paesi europei? La coincidenza dei due fattori è drammatica”. Nonostante le donne siano ovunque, negli ospedali, nelle università, il gap con gli uomini quando si parla dei vertici aziendali, aumenta a dismisura. “Questo ho speranza che cambi nel tempo – si augura Salamon – perché l’Italia ha un capitalismo e un’economia rimasti arrestati fino a qualche anno fa. Siamo stati gli ultimi a consentire alle donne l’accesso all’università in Italia. Oggi le donne si laureano più degli uomini, sono più brave. Anche negli ospedali, dove i primari erano uomini, sono sicura che presto cambierà tutto”.  

Su questo aspetto, Salamon non ha dubbi: “Pezzi della società – ragiona ancora – cambieranno per forza ma temo non tanto che le donne non arrivino a bei posti di responsabilità, perché accadrà, quanto il non farcela nel rapporto lavoro-famiglia. Le separazioni non si ridurranno e ci sarà più solitudine e fatica a tirare su i figli”. 

Dal canto suo, in azienda, qualche incentivo c’è già stato: “Abbiamo dato un premio uguale per tutti in più per lo smart working – spiega – perché i colleghi e le colleghe hanno lavorato benissimo. E poi un premio speciale per pagare babysitter o nonni, che ognuno gestisce in autonomia. Ci sembrava un modo per incoraggiare i dipendenti a farcela. E’ vero, ho elementi di pessimismo e preoccupazioni forti perché il mercato del lavoro italiano temo non migliorerà nei prossimi mesi ma ho anche elementi di speranza: vedo tante giovani coppie in cui il lavoro viene diviso alla pari”. 

Un segnale per molte giovani neomamme che si fanno in quattro per conciliare famiglia e figli: “Credo ci sia un enorme lavoro da fare per dire alle donne quelle che disse Obama: ‘Yes, we can’. Possiamo farcela – chiosa Salamon -. Le mamme delle giovani donne di adesso non hanno trasmesso loro adeguata fiducia e stima, non perché erano cattive ma perché hanno sofferto anche loro. Ho visto troppe donne brave rinunciare alla carriera, poi magari i figli crescono, accade una separazione e per la donna aver rinunciato alla carriera è un disastro umano. Questo non deve succedere”. 

Nell’epoca post Covid, più donne al vertice potrebbero fare da leva per rilanciare l’economia. “E’ dimostrato dai dati statistici – fa notare Salamon – che i Paesi che hanno un Pil in crescita maggiore e una serie di indicatori positivi sono quelli in cui la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è reale e paritetica con gli uomini. Se non rimettiamo le donne al lavoro il Pil non cresce, è uno spreco di intelligenza e potenzialità”. 

Per Salamon un ruolo determinante dovrebbe giocarlo la politica: “Sono preoccupata – sottolinea – perché non vedo segnali forti da parte della politica. Perché non si defiscalizza il lavoro delle donne con degli incentivi? Così come è accaduto nei cda, ci sono dei modi per rompere il soffitto di cristallo. Una volta che si cambia la realtà poi non si torna più indietro. Non è difficile”. 

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