Sala: “Fontana pensi a cosa non ha funzionato” 

“Credo che il cambiamento possa nascere dai sistemi omogenei come le città, che cooperano fra di loro molto di più degli Stati, come dico anche nel mio libro ‘Società per azioni’. La rivoluzione deve nascere dalle città”. Lo ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala ai microfoni di Centocittà, su Rai Radio 1. 

“Bisogna tornare a confrontarsi sul socialismo – dice Sala -: la nostra sintesi è fra cultura cattolica e socialismo: bisogna ripensare le logiche dello sviluppo, che deve andare a braccetto con la solidarietà. A Milano con la pandemia abbiamo dovuto riformulare il nostro modello di welfare. Abbiamo chiamato i giovani per assistere gli anziani chiusi in casa”.  

“I giovani pagheranno il prezzo di questa crisi – dice ancora il sindaco di Milano -: dobbiamo stare loro più vicino. E anche il lavoro ne ha risentito: a Milano la disoccupazione prima della pandemia era al 6 per cento adesso potrebbe arrivare al 10. Vediamo cosa esce dagli Stati generali: dobbiamo ripensare il futuro del Paese. Il problema è che quando c’è da riflettere sul Paese i politici spariscono dal territorio”. 

Quanto ai rapporti con il governatore della Lombardia Attilio Fontana, “durante la crisi non avrebbe avuto senso farci la guerra – aggiunge -. Certo, permangono le divergenze politiche, ma gli chiedo una riflessione su cosa non ha funzionato, questo per gestire nuove crisi in futuro. Ad esempio bisognerà ripensare la sanità territoriale, che ha funzionato in Veneto, ma che in Lombardia non c’è stata”. 

Sulla ricandidatura a sindaco di Milano, Sala dice che “voglio prendere tempo e respirare un po’. Mi trovo bene nel ruolo si sindaco, che concilia visione politica e pragmatismo. Ma sono molto stanco. Ci penserò durante le vacanze in Liguria”. 

 

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