Il Comando di Polizia Locale di Ciampino ha eseguito oggi, congiuntamente con i militari della Capitaneria di Porto di Roma, un importante dispositivo di controllo sulla qualità del pesce posto in vendita in supermercati, mercati e pescherie, nonché di quello somministrato nei ristoranti.
L’attività congiunta tra le due forze di polizia, ormai consueta, è stata disposta nell’ambito dei controlli a tutela del consumatore, con particolare attenzione nella giornata di oggi, vigilia del Venerdì Santo, giorno in cui la tradizione religiosa porta a non consumare carni nelle tavole, ed a pochi giorni dall’allarme lanciato dal RASFF (rif 731.2018), il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, che ha allertato circa la possibile presenza del pericoloso batterio Escherichia Coli nelle cozze vive provenienti dalla Spagna.
Controlli peraltro resi complessi a causa del riscontro di alcune partite di cozze di allevamento, rinvenute in alcuni supermercati, che benché la loro produzione è iniziata in Spagna, il successivo allevamento è avvenuto in Sardegna. L’indicazione era riportata in modo corretto, anche se a caratteri giudicati troppo piccoli per la corretta visione da parte dei consumatori, cosa che ha portato militari ed agenti – dopo averne accertato la genuinità – ad invitare il titolare a scrivere con caratteri più grandi e leggibili questa doppia provenienza.
Il giudizio a seguito dell’esito dei controlli è stato complessivamente “negativo”, fatto salvo alcune importanti eccezioni, nonostante la frequenza dei controlli sia sempre più assidua, cosa che ha rammaricato militari ed agenti, e che necessariamente porterà ad una ulteriore capillare attività di controllo nelle prossime settimane.
Non sono infatti sfuggiti agli occhi di militari ed agenti i cosiddetti “furbetti”, che fornivano indicazioni ingannevoli ai clienti.
Nello specifico, all’interno di due supermercati venivano reclamizzate alcune tipologie di pesce (cozze, totani, misto per pasta, spigole e filetti di merluzzo) come “sottocosto”, peraltro le stesse indicate nel volantino che attirava i clienti, che in realtà non lo erano. Due di essi risultavano essere surgelati e non freschi, e comunque per tutti e sei le tipologie il prezzo di vendita non era affatto “sottocosto”, bensì superiore del 40% circa di quello al quale era stato acquistato dal grossista.
Peggio ancora quanto riscontrato all’interno di un ristorante-pizzeria in zona nord, dove il menù indicava che i piatti a base di pesce (specialità del posto) erano preparati con prodotti freschi, mentre in realtà parte di essi risultavano essere surgelati.
A ciò si aggiunge che il ristorante era completamente privo di sistemi di autocontrollo della merce, così come delle indicazioni al cliente circa gli ingredienti utilizzati nelle preparazioni e la lista degli allergeni. Con negativo stupore di militari e degli agenti, il titolare del ristorante alla domanda di fornire i registri haccp e i sistemi di autocontrollo dei frigoriferi ha risposto: “io non lì ho mai avuti”.
L’esito dei controlli ha successivamente fatto avviare una ulteriore attività di verifica circa la veridicità di decine di recensioni positive contenute in diversi siti specializzati, ove presunti clienti (peraltro la maggior parte autori di una sola recensione) ne decantano la qualità dei prodotti.
Un caso che ha destato particolare attenzione è accaduto in un altro supermercato in zona nord, dove peraltro tutto è risultato essere in piena regola.
All’interno dei banchi del pesce surgelato confezionato, è stato riscontrato come l’etichetta delle scatole dei “sughi pronti allo scoglio” di una determinata marca non contenesse alcuna indicazione circa la provenienza e la qualità delle cozze e delle vongole contenute al loro interno. Cosa che ha portato i titolari del Supermercato, che non se ne erano accorti sino ad ora, a ritirare dalla vendita la merce, e ai militari ed agenti di approfondire i controlli nei prossimi giorni nei confronti della ditta produttrice, sita in altra regione.
Diverse, infine, le irregolarità riscontrate in alcuni altri ristoranti relativamente alla tranciabilità dei prodotti, intesa come mancata possibilità di verificare l’esatta provenienza e qualità del pesce utilizzato per preparare le pietanze.