“Stiamo liquidando la cassa integrazione correntemente, mano a mano che arrivano gli Sr41, non c’è arretrato”. A dirlo, in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, è MariaLuisa Gnecchi, vice presidente dell’Inps.
Secondo Gnecchi “i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione non possono essere imputati a priori all’Inps. Per verificare di chi sono i ritardi si deve vedere quando è stata inviata la domanda di cassa integrazione da parte dell’azienda, quando l’Inps ha risposto con l’autorizzazione e quando poi l’azienda o il consulente hanno risposto con l’Sr41. Ho controllato personalmente alcuni casi e nonostante l’autorizzazione dell’Inps entro cinque giorni dall’invio della domanda il modelli Sr41 è arrivato dopo 15 giorni”, attacca Gnecchi.
E la vice presidente dell’Istituto non accetta che “da parte di imprese e consulenti si parli di complessità nel reperire i dati da inserire nell’Sr41. I dati sono quelli che l’impresa già deve conoscere: le ore di cassa integrazione, il codice fiscale del lavoratore e il suo Iban. Non è mica il lavoratore che ha deciso di mettersi in cassa integrazione. L’unica cosa che non conoscono e che va inserito è il codice autorizzativo che invia l’Inps”, aggiunge ancora Gnecchi. Quindi, in conclusione, “ai lavoratori che si lamentano per la cassa integrazione che non arriva consiglio di verificare quando è stata inviata la domanda dell’azienda e quando ha risposto l’Inps. I ritardi vanno verificati”, conclude.