Riforma fisco, salario minimo e no a condoni: ecco la bozza Pnr 

“Durante la fase più acuta della crisi, il Governo è intervenuto con misure di grande ampiezza e portata economico-finanziaria onde contrastare i devastanti effetti economici dell’epidemia COVID-19 e limitare al massimo i danni per il tessuto sociale ed economico”. Ora, “è assolutamente necessario evitare che la crisi pandemica, inserendosi su un contesto di scarso dinamismo economico del Paese, nonché di complessi cambiamenti geopolitici a livello mondiale, sia seguita da una fase di depressione economica. Non vi è tempo da perdere, e le notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”. Lo scrive il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nelle premessa della bozza del Piano nazionale di Riforma. 

Eccola nel dettaglio:  

RIFORME – “Bisogna fornire alle famiglie e alle imprese tutto il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile nel tempo e da un punto di vista sociale e ambientale, sospingendo gli investimenti produttivi e attuando riforme da lungo tempo attese” scrive Gualtieri.  

NO A NUOVI CONDONI – “Aggredire e ridurre il tax gap”. E’ questo uno degli obiettivi del prossimo piano di riforme contenuto nella Bozza di Pnr che per questo conferma, si legge, “la determinazione a non prevedere nuovi condoni che, generando aspettative circa la loro reiterazione, riducono l’efficacia della riscossione delle imposte”. La strategia complessiva del governo contro il tax-gap prevede di: “Migliorare la qualità dei controlli effettuati dall’Amministrazione finanziaria e di rafforzare l’efficacia della riscossione”. Sarà impresso, inoltre, “un forte impulso alle attività orientate a favorire la compliance volontaria dei contribuenti e a prevenire gli inadempimenti tributari”. Per migliorare la compliance fiscale l’incentivo al “maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici, non solo nell’ottica di favorire la digitalizzazione dei processi aziendali e la razionalizzazione degli adempimenti degli operatori Iva, ma anche prevedendo modalità semplificate per la fruizione di agevolazioni o incentivi fiscali”. 

SALARIO MINIMO – Il governo ritenta la carta del salario minimo. E’ la bozza del Pnr, infatti, a prevedere, all’interno di un più ampio progetto di rafforzamento della contrattazione nazionale e di integrazione dei diversi ambiti e livelli di negoziazione per contrastare il dumping contrattuale, l’istituzione di un salario minimo “quale strumento di sostegno del potere d’acquisto dei salari e vettore di protezione e rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale nei settori più deboli e a basso tasso di sindacalizzazione nei quali strutturalmente non opera la contrattazione di secondo livello”.  

RIFORMA FISCO – “Il contrasto all’evasione fiscale, la revisione delle imposte ambientali e l’abolizione dei sussidi ambientalmente dannosi, unitamente ad una riforma del sistema fiscale improntata all’efficienza, all’equità e alla progressività, nonché ad una revisione e riqualificazione della spesa pubblica, saranno i pilastri della strategia di miglioramento dei saldi di bilancio e di riduzione del rapporto debito/pil nel prossimo decennio – scrive Gualtieri – Tanto maggiore sarà la credibilità della strategia di rilancio della crescita potenziale e di miglioramento strutturale del bilancio, tanto minore sarà il livello dei rendimenti sui titoli di Stato e lo sforzo complessivo che il Paese dovrà sostenere nel corso degli anni”. 

LOTTA ALL’EVASIONE – “Il contrasto all’evasione fiscale sarà perseguito continuando il rafforzamento delle agenzie fiscali e investendo ulteriormente in tecnologia e big data. L’utilizzo dei pagamenti digitali verrà promosso e incentivato” è scritto nella bozza. “L’Italia rafforzerà la propria iniziativa di contrasto all’erosione delle basi imponibili nelle opportune sedi internazionali ed europee. Da una più equa imposizione sui giganti del web e dal contrasto dell’elusione fiscale attualmente consentita dai regimi impositivi di alcuni Paesi Ue potrà derivare un miglioramento del gettito che sarà utilizzato per ridurre la pressione fiscale e il rapporto fra debito pubblico e pil”. 

SPENDING REVIEW – Il Governo intende avviare “una nuova fase della spending review” si legge nella bozza di Pnr che spiega come l’obiettivo sia quello di “riallocare ed efficientare la spesa anche alla luce dei guadagni di produttività realizzabili attraverso la digitalizzazione e lo snellimento delle procedure burocratiche”.  

SEMPLIFICAZIONI – Inoltre, “il Governo è al lavoro su un quarto provvedimento in materia economica, volto a semplificare le procedure amministrative e la pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici. La finalità principale sarà quella di rimuovere gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato non solo gli appalti e gli investimenti pubblici, ma anche, più in generale, la crescita dell’economia”.  

CENTRI PER L’IMPIEGO – La bozza prevede il potenziamento dei Cpi, centri per l’impiego, per dare attuazione alla fase due del decreto con cui il governo ha istituito il Rdc e realizzare l’inclusione attiva di quanti hanno avuto accesso all’assegno. “L’attuazione del piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro (Cpi), costituisce una priorità politica del Programma di Governo e si sostanzia in un piano di investimenti per la riqualificazione della rete di servizi per il lavoro e dei servizi sociali. Si apre, infatti, la seconda fase di investimento in politiche attive prevista dal decreto che istituisce il RdC, per realizzare l’obiettivo più volte condiviso dall’Unione Europea di inclusione attiva e benessere collettivo, in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali”, si legge. Proseguirà, inoltre, la “sperimentazione avviata sull’assegno individuale di ricollocazione come misura di politica attiva del lavoro erogata sul territorio tramite la rete pubblica-privata dei servizi per il lavoro”.  

NEXT GENERATION EU – “Il Pnr traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) che il Governo metterà a punto alla luce della Comunicazione della Commissione Europea del 27 maggio per la creazione di un nuovo Strumento Europeo per la Ripresa (Next Generation EU), che sarà auspicabilmente quanto prima approvato dal Consiglio Europeo” scrive il ministro dell’Economia. “Lo Strumento Europeo per la Ripresa è un’iniziativa per cui il Governo si è fortemente battuto. Esso rappresenta un grande passo in avanti per l’Europa e l’occasione per il nostro Paese per rilanciare gli investimenti e attuare riforme che ne amplifichino gli effetti all’interno di un disegno di crescita e transizione verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Alla costruzione di questo progetto il Governo dedicherà nei prossimi mesi tutte le energie disponibili, facendo tesoro dell’ampia consultazione con le componenti economiche, sociali e culturali del Paese svoltasi con i recenti Stati Generali”. 

OSSERVATORIO LAVORO – Avanti con la promozione del dialogo con le parti sociali: in quest’ambito sarà realizzata la riforma della rappresentanza sindacale. E’ quanto si propone la bozza di Pnr che il governo sta mettendo a punto ricordando a questo proposito come l’esecutivo abbia già riconosciuto e firmato nel settembre scorso la Convenzione sulla Rappresentanza tra l’Inps, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e Parti sociali, che implementa il Testo Unico sulla Rappresentanza, siglato nel 2014 e modificato nel 2017. E anche al fine di monitorare il mercato del lavoro sarà istituito, si legge ancora nel Pnr, “l’osservatorio nazionale del mercato del lavoro”. E sempre attraverso il dialogo con le parti sociali e istituzionali verranno, inoltre, promossi diversi interventi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro tra i quali rientra “la realizzazione di un piano straordinario” per “dare completa attuazione e aggiornare il Testo Unico per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro specialmente nella fase di riapertura post pandemia”. 

EDILIZIA PER RILANCIO – “L’edilizia – si legge nella bozza – è un altro settore su cui puntare per il rilancio dell’economia, pur rafforzando le politiche di contrasto all’abusivismo edilizio e al consumo del suolo. Si è già detto degli incentivi alle ristrutturazioni in chiave energetica ed antisismica e del ‘bonus facciate’. La valorizzazione del patrimonio immobiliare della Pubblica Amministrazione potrà giocare, in connessione con la graduale ripresa del settore, un importante ruolo propulsivo per il settore delle costruzioni, incrementandone la produzione e l’occupazione e, quindi, la crescita complessiva dell’economia”. In questo senso, “anche gli edifici utilizzati dallo Stato Centrale saranno oggetto di un ampio piano di efficientemente energetico oltre che di revisione da un punto di vista sismico, contribuendo al riavvio del settore edile. La valorizzazione delle aree e degli edifici sottoutilizzati o abbandonati e l’utilizzo più efficiente degli spazi lavorativi potranno, nel quadro di un’attenta pianificazione e dei corretti incentivi, dare luogo a progetti di sviluppo sociale locale e alla liberazione di risorse per investimenti nel rispetto dell’equilibrio finanziario”. 

FIBRA OTTICA SCUOLA – Entro due anni, tutte le scuole statali superiori e medie dell’intero territorio nazionale saranno connesse con collegamenti in fibra ottica a 1 Gbps, necessari per l’adozione di forme sistemiche di teledidattica, è scritto nella bozza del Pnr. Lo stesso, si legge ancora, “è previsto per le scuole primarie e quelle dell’infanzia ricadenti nelle cosiddette ‘aree bianche’. La connettività sarà gratuita per 5 anni e sarà inclusa la manutenzione delle reti. Sono previsti inoltre voucher per le famiglie che saranno di due tipologie in base alla fascia di reddito di appartenenza: è previsto infatti un contributo massimo di 200 euro per connessioni veloci per le famiglie con Isee sopra i 20.000 euro e un contributo massimo di 500 euro per connessioni veloci e per l’acquisto di tablet e pc per le famiglie con Isee sotto i 20.000 euro”. 

CARBURANTI – “La rete distributiva italiana è sovradimensionata e inefficiente, soprattutto se posta in comparazione con quelli dei principali Paesi europei con popolazione comparabile a quella italiana. Un ulteriore indicatore della maggiore arretratezza della rete distributiva italiana rispetto a quella degli altri Paesi europei è rappresentato dalla minore diffusione di apparecchi self-service per l’erogazione dei carburanti – è scritto nella bozza – A fronte di queste debolezze rimane prioritario l’obiettivo di una razionalizzazione e ammodernamento delle reti di distribuzione, come più volte segnalato anche dall’Autorità per la Concorrenza”.  

 

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