Ritengo “doveroso condividere con il Parlamento questa decisione, nel cdm abbiamo esaminato il tema della proroga dello stato di emergenza, valutando le relative implicazioni”. Così il premier Giuseppe Conte, intervenendo in Senato, nel corso delle sue comunicazioni su ulteriori iniziative relative all’emergenza Covid. “La proroga è facoltà prevista dalla legge, attivabile ogni qual volta si renda necessaria la prosecuzione degli interventi”, spiega il premier, che aggiunge: “Non abbiamo adottato in cdm alcuna decisione, ma è emerso l’indirizzo di prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 ottobre”. Proroga che, secondo il presidente del Consiglio, sarebbe “inevitabile”.
“Sarebbe incongruo sospendere bruscamente l’efficacia delle misure adottate”, dice il premier, che spiega come senza la proroga non ci potrebbe essere più “l’assistenza alle persone risultate positive, il volontariato, il reclutamento e gestione delle task force sanitarie regionali e anche negli istituti penitenziari, il numero verde 1500, il pagamento dilazionato delle pensioni per evitare assembramenti, attribuzione dei poteri all’Istituto superiore di sanità per la sorveglianza epidemiologica, il sistema ‘Cros'”.
Inoltre, ha proseguito Conte, “cesserebbero le funzioni di coordinamento del capo della Protezione civile, decadrebbero i poteri straordinari dei soggetti attuatori” e tra l’altro “cesserebbe anche il Comitato tecnico scientifico che ha svolto un ruolo importante”.
“Il virus continua a circolare nel Paese, con focolai che sono stati circoscritti, mentre all’estero la situazione resta preoccupante” ha detto ancora il premier. “Dobbiamo evitare – spiega – che la crescita dei contagi riguardi anche l’Italia”. E ancora: “Le funzioni del commissario straordinario cesserebbero con la fine dello stato di emergenza e senza la proroga” mentre “il suo lavoro si sta dimostrando fondamentale”.
“Perseguiamo l’obiettivo – ha aggiunto Conte – di garantire continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il graduale ritorno alla normalità e che svolgono attività di assistenza e sostegno a quanti subiscono ancora gli effetti diretti e indiretti di una pandemia che, seppure fortemente ridimensionata nella sua portata, non è ancora esaurita”.
Poi la precisazione: “La proroga dello stato di emergenza non incide sul potere di emanare decreti da parte del presidente del Consiglio, il potere di emanare dpcm è correlato alla data del 31 luglio”.
Per Conte “qualora si adottasse la delibera di proroga non per questo il premier sarebbe autorizzato a emanare dpcm, mentre si radica nella normativa di rango primario, lo stato di emergenza non può legittimare i dpcm, se non fosse affiancata da fonte di rango primario”. “Quel potere richiederà un nuovo decreto”, avverte Conte.
“Alla decisione di prorogare sono stati attribuiti significati di ogni tipo, fino alla volontà di preservare poteri extra ordinem, suscettibili di alterare l’ordinaria dialettica democratica”, ricorda il presidente del Consiglio. “E’ stata espressa anche la paradossale tesi giuridica – dice – che sarebbe stato meglio ricorrere a ordinanze del ministro della salute, una forma ritenuta più democratica del percorso seguito”.
“Vi posso assicurare che da parte del governo non vi è nessuna intenzione di drammatizzare o alimentare paure ingiustificate”, ha detto ancora, aggiungendo: “La scelta della proroga non è riconducibile alla volontà di voler creare una ingiustificata situazione di allarme. Tutt’altro, con la proroga continueremo a mantenere in efficienza il complesso misure e iniziative organizzative che rendono il Paese più sicuro”, ha sottolineato il premier.
“Una scelta non lesiva della nostra immagine al’estero, come Paese non sicuro per i turisti, non vi è affatto questo rischio E’ vero il contrario, garantisce un Paese più sicuro per tutti”, ha spiegato ancora Conte spiegando: “L’Italia è vista da tutti come un Paese sicuro in grado di garantire, grazie alle misure di monitoraggio e prevenzione, la sicurezza della vita sociale e economica”.
Per Conte, quindi, “questo dibattito parlamentare dovrebbe attenersi ai profili giuridici della decisione, una impropria drammatizzazione del significato degli effetti della proroga crea un potenziale nocumento dell’immagine del Paese all’estero”.
“Deve esserci la consapevolezza – continua il premier – che la cessazione al 31 luglio dello stato di emergenza comporterebbe l’arresto del sistema di protezione, costruito in questi difficili mesi a tutela della collettività”.
Poi l’appello del premier: “Mi rivolgo alle forze di maggioranza ma anche di opposizione, perché su questi temi non si deve ragionare su schieramenti precostituiti e logiche precostituite”.
“Resto fiducioso – aggiunge – che possa maturare in quest’Aula con consapevolezza e piena assunzione di responsabilità una convergente valutazione positiva su questo decisivo passaggio, da cui discendono rilevanti conseguenze per l’intera comunità nazionale”. Dobbiamo “tutelare vita e salute”, conclude il premier.