Covid, virologo Clementi: “Bene test a rientri dall’estero, sfuggono turisti in auto” 

“Ero d’accordo con quei governatori di regione che intendevano prendere misure di controllo agli arrivi” da Paesi a rischio per un alto numero di contagi da coronavirus Sars-Cov-2. “E sono d’accordo sul fatto che il Governo in questo caso cerchi di fare un’operazione unificante su questo fronte. Quindi bene i test, anche se è possibile farli sugli arrivi via aereo, e via nave o treno. Meno facile invece controllare chi arriva in auto, perché ci sono anche quelli”. Il virologo Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commenta così all’Adnkronos Salute la proposta del ministro della Salute, Roberto Speranza, al centro del vertice di oggi con le Regioni.  

“Trovo giusto fare test al rientro da Spagna, Croazia, Malta, Grecia. Sono nazioni in cui l’epidemia è un po’ meno sotto controllo che in Italia e c’è una situazione di recrudescenza. E’ ovvio che in queste aree – spiega – si rischia di più di infettarsi al momento. In questo caso bene fa il Governo a uniformare. In altri casi ci poteva essere una maggiore flessibilità, davanti a peculiarità dovute a situazioni locali”. 

“Oggi – spiega Clementi – abbiamo tre tipi diversi di focolai di coronavirus Sars-Cov-2 in Italia: i focolai interni, che sono al momento normali e fisiologici e sono diventati una minoranza, i focolai di ritorno dei vacanzieri e poi un terzo tipo quantitativamente più importante che è dato dagli ingressi irregolari. E’ evidente che vanno affrontate tutte le tipologie e che servono tre strategie diverse”. L’esperto si focalizza in particolare sul tema dei migranti: “Io non so che intenzioni abbia il Governo su questo, ma spererei che se ne stia occupando e che siano tutti sotto controllo, perché in passato ci sono state fughe. Qualcosa il Governo deve fare”.  

Per quanto riguarda “la situazione in Italia non la vedo modificata. Le positività rilevate sono aumentate rispetto ai giorni scorsi ma per il 95% dei casi si tratta di persone asintomatiche o paucisintomatiche, e ancora non c’è pressione sulle strutture ospedaliere. Quindi da un punto di vista clinico-medico il fatto che circoli un virus che dà infezioni asintomatiche è irrilevante” è l’analisi del virologo. E spiega all’Adnkronos Salute: “Questi numeri sono rilevanti da un punto di vista epidemiologico e statistico perché dimostrano che il virus circola ancora, ma non rappresenta in questo momento un problema per noi, se non ci faremo sfuggire di mano i focolai. Soprattutto il prossimo autunno-inverno”.  

 

 

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