Bullismo e Cyberbullismo, analisi normativa, quadro delle responsabilità e strumenti di tutela per le vittime.
Appendice: “L’esperienza della Polizia Locale di Ciampino”
– Avv. Roberto ANTONELLI, Dirigente, Comandante della Polizia Locale di Ciampino (Roma) –
Introduzione: analisi dell’attuale normativa in vigore dal 16 luglio 2025 a seguito della pubblicazione del Decreto Legislativo 12 giugno 2025, n. 99.
Il legislatore italiano ha costantemente perfezionato il proprio quadro normativo per affrontare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, riconoscendone la crescente complessità e l’impatto sui minori, specie nell’ambiente scolastico e digitale. Da una prima normativa incentrata prevalentemente sul cyberbullismo, si è giunti a un approccio più ampio e integrato, che enfatizza la prevenzione e la formazione.
Il presente studio mira a fornire agli operatori professionali di polizia, con particolare riguardo a quelli della polizia municipale, nonché al personale docente e non docente della scuola, un’analisi approfondita del nuovo assetto giuridico, delineando ruoli, strumenti e procedure operative a seguito dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo 12 giugno 2025, n. 99.
Capitolo 1: Il nuovo quadro normativo post Decreto Legislativo n. 99/2025
La disciplina in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo ha subito significative evoluzioni, culminate con il Decreto Legislativo 12 giugno 2025, n. 99.
1.1 Dalla Legge 71/2017 alla Legge 70/2024
Il punto di partenza è rappresentato dalla Legge 29 maggio 2017, n. 71, che per prima ha introdotto strumenti specifici per il contrasto del cyberbullismo, riconoscendo la peculiarità delle aggressioni digitali. La successiva Legge 17 maggio 2024, n. 70, ha segnato una svolta, estendendo esplicitamente le finalità della Legge 71/2017 a tutte le forme di bullismo, non solo a quelle digitali, e ampliando il raggio delle strategie di intervento e prevenzione. La Legge 70/2024 ha, inoltre, delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi entro dodici mesi dalla sua entrata in vigore per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.
1.2 Il Decreto Legislativo 12 Giugno 2025, n. 99
Il Decreto Legislativo 12 giugno 2025, n. 99, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 1° luglio 2025 e in vigore dal 16 luglio 2025, costituisce l’atto attuativo della delega conferita dalla Legge 70/2024. La sua finalità è prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo in tutte le loro manifestazioni, con un’impostazione che privilegia azioni di carattere preventivo e una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, sia come vittime che come responsabili di illeciti. Questo decreto rafforza il coordinamento istituzionale e promuove risposte tempestive, sia in fase preventiva che nella gestione dei casi segnalati.
1.3 Modifiche e nuove disposizioni della Legge 29 Maggio 2017, n. 71
Il Decreto Legislativo n. 99/2025 apporta specifiche modificazioni alla Legge 29 maggio 2017, n. 71, rafforzandone l’efficacia. Passiamo ad un esame dei principali tratti caratteristici dell’intervento normativo.
-
- Il Tavolo Tecnico per la Prevenzione e il Contrasto: è istituito presso il Ministero dell’istruzione e del merito (senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica), tramite decreto dello stesso Ministero di concerto con l’Autorità politica delegata per le politiche della famiglia. Del tavolo fanno parte rappresentanti di diversi Ministeri (politiche della famiglia, istruzione e del merito, interno, lavoro e politiche sociali, giustizia, imprese e made in Italy), del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, del Consiglio nazionale degli utenti, ed esperti in campo psicologico, pedagogico e delle comunicazioni sociali telematiche. Il tavolo è convocato regolarmente a cadenza semestrale e presieduto da un rappresentante del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ha il compito di redigere, entro centottanta giorni dal suo insediamento, un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. Tale piano stabilisce iniziative di informazione e prevenzione rivolte ai cittadini, coinvolgendo servizi socio-educativi, istituzioni scolastiche, enti locali, organizzazioni sportive ed enti del Terzo settore. L’Autorità politica delegata per le politiche della famiglia, in collaborazione con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e il Garante per la protezione dei dati personali, predispone periodiche campagne informative di prevenzione e sensibilizzazione, anche per la diffusione della conoscenza dei sistemi di controllo parentale. Il Ministro dell’istruzione e del merito trasmette alle Camere, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione sugli esiti delle attività svolte dal tavolo tecnico.
-
- Linee di Orientamento e Codici Interni Scolastici: ogni istituto scolastico, nell’ambito della propria autonomia e in conformità alle linee di orientamento, adotta un codice interno per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo e istituisce un tavolo permanente di monitoraggio, composto da rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti di settore. Gli istituti recepiscono nel proprio regolamento di istituto tali linee di orientamento, anche con riferimento alle procedure da adottare, e individuano tra i docenti un referente per coordinare le iniziative, avvalendosi della collaborazione delle Forze di polizia e dei centri di aggregazione giovanile.
-
- Servizio di Sostegno Psicologico: le regioni possono adottare iniziative per fornire alle istituzioni scolastiche, su richiesta e tramite convenzione con gli uffici scolastici regionali, un servizio di sostegno psicologico agli studenti. Questo servizio mira a favorire lo sviluppo della personalità e a prevenire fattori di rischio o situazioni di disagio, anche con il coinvolgimento delle famiglie.
-
- Ruolo del Dirigente Scolastico: il dirigente scolastico che venga a conoscenza di atti di bullismo o cyberbullismo che coinvolgano studenti è tenuto ad applicare le procedure previste dalle linee di orientamento e a informare tempestivamente i genitori dei minori coinvolti. Egli promuove adeguate iniziative di carattere educativo. Nei casi più gravi, o se le iniziative scolastiche non producono esito positivo, il dirigente riferisce alle autorità competenti anche per l’eventuale attivazione delle misure rieducative di cui all’articolo 25 del Regio Decreto-Legge 20 luglio 1934, n. 1404.
-
- La “Giornata del Rispetto”: per le finalità di prevenzione, è istituita la “Giornata del rispetto”, che ricorre il 20 gennaio, come momento specifico di approfondimento delle tematiche del rispetto altrui, della sensibilizzazione sulla non-violenza psicologica e fisica, e del contrasto ad ogni forma di discriminazione e prevaricazione. Le scuole possono riservare spazi per attività didattiche volte a sensibilizzare gli alunni.
Capitolo 2: Il Sistema delle responsabilità civili e penali
La lotta al bullismo e al cyberbullismo implica un chiaro riconoscimento e una rigorosa applicazione delle responsabilità a carico di genitori, istituzioni scolastiche e, in specifici contesti, degli stessi minori autori degli illeciti.
2.1 La responsabilità genitoriale
I genitori hanno il dovere e il diritto di mantenere, istruire ed educare i figli. In un’era digitale, ciò si traduce nell’obbligo di orientare i figli al corretto utilizzo delle tecnologie e di presidiarne l’uso. L’articolo 2048 del Codice Civile prevede espressamente la responsabilità dei genitori per i danni cagionati dai figli minori in conseguenza di atti illeciti posti in essere attraverso l’uso della rete. La giurisprudenza ha rafforzato tale principio:
-
- Il Tribunale di Brescia, con la sentenza n. 879 del 4 marzo 2025, ha condannato due genitori al risarcimento per danni causati dalla figlia cyberbullista, sottolineando che per escludere la responsabilità genitoriale non è sufficiente una generica diligenza nella vigilanza, ma occorre provare di non aver creato o lasciato permanere situazioni di pericolo.
-
- Il Tribunale di Termini Imerese, con la sentenza n. 304 del 10 marzo scorso, ha configurato la responsabilità dei genitori per “culpa in educando” nel caso di una dodicenne che aveva creato un profilo social senza condividere la password con i genitori.
-
- La Corte di Cassazione ha chiarito che il livello di controllo genitoriale deve essere modulato in base alla maturità del figlio e al contesto, giustificando un’eventuale intrusione nella privacy solo in presenza di una reale necessità e in modo proporzionato alla tutela del minore. La vittima di atti di bullismo o cyberbullismo può agire in sede civile per ottenere il risarcimento dei danni sia nei confronti del minore danneggiante, sia nei confronti dei genitori che hanno il dovere di educare e vigilare sul figlio.
2.2 La responsabilità delle istituzioni scolastiche
Con l’iscrizione presso un istituto scolastico, sorge un vincolo negoziale che impone all’istituto stesso l’obbligo di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’allievo durante l’intera fruizione della prestazione scolastica. In caso di danno cagionato al minore durante il tempo in cui era sottoposto alla vigilanza del personale scolastico, incombe sul danneggiato l’onere di provare l’accaduto. Spetta, invece, all’Amministrazione scolastica dimostrare di aver esercitato la sorveglianza con diligenza idonea ad impedire il fatto. È consolidato l’orientamento giurisprudenziale, in virtù del rapporto di collegamento organico tra l’amministrazione scolastica e l’insegnante, che il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIUR) è l’unico soggetto legittimato passivo nelle controversie risarcitorie derivanti da illeciti commessi dal personale dipendente. Questo perché gli istituti scolastici, pur godendo di autonomia funzionale, mantengono la qualità di organi dello Stato. Pertanto, qualsiasi coinvolgimento diretto dell’insegnante o dell’istituto scolastico nel procedimento civile è escluso, essendo il MIUR l’unico responsabile del difetto di vigilanza e dell’insufficiente predisposizione di misure di organizzazione, protezione e sorveglianza degli studenti. L’Amministrazione pubblica conserva, tuttavia, il diritto di rivalsa nei confronti dell’insegnante nei casi di dolo o colpa grave. Il Tribunale di Potenza, ad esempio, ha inquadrato il caso di “culpa in vigilando” a carico dell’istituto per bullismo, rilevando l’omissione di misure idonee a prevenire e contrastare il fenomeno. La Cassazione ha chiarito che la “colpa grave” del precettore o del maestro d’arte risiede nella prevedibilità e prevenibilità del fatto.
2.3 La responsabilità dei minori e le misure rieducative
Quando il Procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni acquisisce notizia di un minore degli anni diciotto che manifesta irregolarità di condotta o carattere, o tiene condotte aggressive (anche in gruppo, anche per via telematica) nei confronti di persone, animali o cose, o lesive della dignità altrui, può avviare un percorso di mediazione o chiedere al Tribunale per i Minorenni di disporre un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali. Il decreto definisce gli obiettivi e la durata del progetto, che può prevedere lo svolgimento di attività di volontariato sociale, partecipazione a laboratori teatrali o di scrittura creativa, corsi di musica, attività sportive o artistiche, idonee a sviluppare sentimenti di rispetto e dinamiche relazionali sane. Il servizio sociale competente, coinvolgendo i genitori, definisce il contenuto del progetto, che può includere un percorso di sostegno all’esercizio della responsabilità genitoriale. Il Tribunale può disporre la continuazione o la modifica del progetto, l’affidamento temporaneo del minore ai servizi sociali, o il collocamento temporaneo in una comunità qualora gli interventi precedenti si rivelino inadeguati. In certi casi, al minore può essere nominato un curatore speciale.
Un altro strumento è l’Ammonimento del Questore: applicabile fino a quando non è stata proposta querela o denuncia per specifici reati (es. ingiuria, diffamazione, minaccia, trattamento illecito di dati personali) commessi anche tramite internet da minorenni di età superiore ai quattordici anni nei confronti di un altro minorenne. Ai fini dell’ammonimento, il Questore convoca il minore unitamente ad almeno un genitore. Gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età.
Capitolo 3: Strumenti di tutela e prevenzione
Il Decreto Legislativo n. 99/2025 introduce e potenzia diversi strumenti volti a garantire una maggiore tutela dei minori e a rafforzare le azioni preventive contro bullismo e cyberbullismo.
3.1 Il Servizio Pubblico “Emergenza Infanzia 114”
Il servizio telefonico connesso al codice di pubblica emergenza “114”, o numero pubblico “Emergenza infanzia 114”, è potenziato per assistere le vittime di atti di bullismo e cyberbullismo. È attivo su tutto il territorio nazionale, ventiquattro ore su ventiquattro, per tutti i giorni dell’anno, e accessibile da chiunque intenda segnalare situazioni di emergenza e disagio che possano nuocere allo sviluppo psicofisico dei minorenni. Il servizio fornisce alle vittime (o a persone congiunte/legate da relazione affettiva) una prima assistenza psicologica e giuridica, nonché consulenza psicopedagogica da parte di personale qualificato. Nei casi più gravi, informa prontamente l’organo di polizia competente. L’applicazione informatica gratuita del “114” include una funzione di geolocalizzazione del chiamante (previo consenso) e un servizio di messaggistica istantanea. La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia trasmette annualmente al Ministero dell’istruzione e del merito i dati numerici anonimi e aggregati delle segnalazioni di bullismo e cyberbullismo occorsi in ambito scolastico, per agevolare la programmazione di azioni di sensibilizzazione nelle scuole. Il sito internet dedicato al “114” è potenziato per assicurare la più ampia accessibilità e diffusione dei servizi.
3.2 Il Sistema di rilevazione statistica dell’ISTAT
Il Decreto Legislativo n. 99/2025 stabilisce che l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) svolga, con cadenza biennale, una specifica rilevazione sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Questa rilevazione è finalizzata a misurarne le caratteristiche fondamentali, definire il fenomeno e le fattispecie, e individuare i soggetti più esposti al rischio, nonché i relativi fattori di rischio e protezione e le conseguenze psicologiche. Entro il 31 dicembre di ciascuna annualità di rilevazione, la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia, d’intesa con il Ministero dell’istruzione e del merito, invia alle Camere un rapporto di sintesi con i risultati delle indagini, inclusa una sezione sullo stato di attuazione delle misure di contrasto e prevenzione, anche in riferimento alle scuole. La prima relazione sarà presentata entro il 31 dicembre 2026.
3.3 Campagne informative e di sensibilizzazione
La Presidenza del Consiglio dei ministri, tramite i dipartimenti competenti e in coordinamento con il Ministero dell’istruzione e del merito, promuove periodiche campagne informative di prevenzione e sensibilizzazione sull’uso consapevole della rete internet e sui suoi rischi. Queste campagne si avvalgono dei principali mezzi di informazione, degli organi di comunicazione e di stampa, e di soggetti privati. Il Ministero dell’istruzione e del merito e le istituzioni scolastiche devono promuovere la conoscenza del numero pubblico “Emergenza infanzia 114” tra gli studenti.
3.4 Misure preventive e organizzative a livello scolastico.
Le istituzioni scolastiche hanno un ruolo centrale nella prevenzione e nel contrasto. Queste, in sintesi, in linea con quanto già precedentemente richiamato, le principali misure organizzative da mettere in atto:
-
- Linee di Orientamento e Codici Interni: devono adottare linee di orientamento e codici interni per la prevenzione e il contrasto, recependoli nei regolamenti d’istituto.
-
- Docente Referente: ogni istituto individua tra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative, anche avvalendosi della collaborazione delle Forze di polizia e dei centri di aggregazione giovanile.
-
- Patto Educativo di Corresponsabilità: viene integrato per indicare espressamente tutte le attività di formazione (curriculari ed extracurriculari) sull’uso della rete internet e delle comunità virtuali. Prevede l’impegno di famiglie e istituti a collaborare per favorire l’emersione di episodi di bullismo, cyberbullismo, uso/abuso di alcool o sostanze stupefacenti, e forme di dipendenza.
-
- Educazione alla Legalità: le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado promuovono l’educazione all’uso consapevole della rete e ai diritti e doveri connessi alle tecnologie informatiche, quale elemento trasversale alle diverse discipline.
Capitolo 4: Analisi delle tendenze e dati rilevanti
L’analisi dei dati e delle tendenze è cruciale per comprendere la portata dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo e per orientare efficacemente le politiche di prevenzione e intervento.
4.1 Statistiche Nazionali
Prima dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 99/2025, i dati ISTAT più recenti indicavano che il 19,8% delle ragazze e il 18,9% dei ragazzi di 11 anni avevano subito atti di bullismo. Il cyberbullismo colpiva soprattutto le ragazze di 11 anni (21,1%) e i ragazzi della stessa età (17,2%). Il monitoraggio della Polizia Postale ha rivelato un aumento dei casi di cyberbullismo trattati nel 2024, con un incremento del 12% rispetto al 2023, passando da 284 a 319 casi. La fascia d’età più colpita è quella tra i 14 e i 17 anni, con 220 casi (pari al 68,9% del totale). Il servizio “Emergenza infanzia 114” ha registrato circa 2.500 chiamate all’anno tra luglio 2022 e ottobre 2023.
4.2 Dinamiche giurisprudenziali e operative.
Le sentenze dei tribunali evidenziano le diverse responsabilità in gioco:
-
- Culpa in vigilando della scuola: il Tribunale di Potenza ha condannato un istituto scolastico per “culpa in vigilando” in un caso di bullismo, sottolineando come l’amministrazione scolastica debba assumersi le proprie responsabilità di fronte a palesi omissioni del personale docente e non, e predisporre misure idonee a prevenire e contrastare tali fenomeni.
-
- Culpa in educando dei genitori: le pronunce dei tribunali di Brescia e Termini Imerese, già richiamate, fungono da monito sulla necessità di una vigilanza attiva e consapevole dei genitori sull’uso delle tecnologie da parte dei figli. In ambito penale minorile, si osserva un crescente ricorso a misure non detentive:
-
- La relazione sulla disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni (dati 2024), trasmessa dal Ministro della Giustizia, indica un notevole e costante incremento dei soggetti ammessi a beneficiare di misure penali di comunità, passati da 25.523 nel 2012 a 93.880 nel 2024, a fronte di una diminuzione dei detenuti nello stesso periodo. Questo riflette un orientamento verso percorsi rieducativi alternativi al carcere, con un’attenzione alle tipologie di reati più frequenti tra i minori (principalmente reati contro il patrimonio, lesioni personali volontarie e spaccio di stupefacenti).
-
- L’andamento delle pene sostitutive, introdotte dal D.Lgs. n. 150/2022, mostra un forte incremento, con 7.141 soggetti presi in carico dagli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) nel 2024, con un aumento del 238,9% rispetto al 2023. Il lavoro di pubblica utilità sostitutivo è la pena maggiormente concessa.
-
- L’istituzione di osservatori permanenti presso i Tribunali ordinari e la diffusione di sportelli informativi da parte del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) dimostrano l’impegno nel monitorare e promuovere l’accesso alle misure alternative.
4.3 Obblighi di relazione al Parlamento.
Il monitoraggio dell’attuazione delle leggi e delle politiche pubbliche è garantito da numerosi obblighi di relazione al Parlamento. Nel periodo marzo-maggio 2025, sono state trasmesse 70 relazioni, di cui 50 governative. Queste includono rapporti annuali sull’attività dell’ISTAT e relazioni specifiche sull’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni e sulla disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori. Tali relazioni, pur non fornendo in questo specifico dossier dati diretti sull’applicazione delle nuove misure anti-bullismo del D.Lgs. 99/2025 (in quanto di prossima attuazione e rilevazione), testimoniano un sistema di monitoraggio costante sull’efficacia delle politiche pubbliche che indirettamente contribuisce a valutare il contesto generale in cui si inseriscono le nuove disposizioni. Ad esempio, il Ministero dell’Istruzione e del Merito è chiamato a trasmettere annualmente alle Camere una relazione sugli esiti delle attività svolte dal tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo.
Conclusioni: verso un sistema di tutela integrato e proattivo
L’approvazione del Decreto Legislativo 12 giugno 2025, n. 99, rappresenta un momento cruciale nel rafforzamento degli strumenti a disposizione per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Il testo normativo, attuativo della Legge 70/2024, consolida un approccio integrato che coinvolge attivamente istituzioni scolastiche, famiglie, servizi sociali e Forze di polizia, promuovendo una cultura della responsabilità e della prevenzione.
Il potenziamento del servizio “Emergenza infanzia 114”, l’istituzione di un sistema di rilevazione statistica biennale da parte dell’ISTAT e la promozione di campagne informative nazionali sono pilastri fondamentali di questo rinnovato sistema di tutela. La centralità del ruolo del dirigente scolastico e del docente referente, unita all’adozione di codici interni e all’integrazione del Patto educativo di corresponsabilità, sottolinea l’importanza dell’ambiente scolastico come luogo privilegiato di prevenzione e intervento.
Per gli operatori professionali di polizia, e in particolare per la polizia municipale, così come per il personale docente e non docente delle scuole, la conoscenza approfondita di questo assetto normativo è essenziale. Essa permette di agire con maggiore consapevolezza delle responsabilità e degli strumenti disponibili, garantendo risposte tempestive ed efficaci, sia sul piano preventivo che in quello repressivo-rieducativo.
La collaborazione sinergica tra tutti gli attori coinvolti sarà la chiave per la piena operatività ed efficacia di queste nuove disposizioni, con l’obiettivo ultimo di assicurare agli studenti un ambiente di crescita sereno, inclusivo e protetto, libero da ogni forma di prevaricazione e discriminazione. Le prossime rilevazioni ISTAT e i rapporti sul funzionamento del servizio 114 saranno indicatori fondamentali per calibrare politiche di contrasto sempre più efficaci.
Appendice: l‘esperienza della Polizia Locale di Ciampino nell’ambito delle attività di prevenzione e repressione degli atti di bullismo e cyberbullismo
L’esperienza della Polizia Locale di Ciampino rappresenta un modello virtuoso di intervento integrato e proattivo nel contrasto ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, anticipando di molti anni le disposizioni contenute nel recente Decreto Legislativo n. 99/2025.
Un’esperienza pionieristica: dal 2006 al nuovo assetto normativo
Già a partire dal 2006, la Polizia Locale di Ciampino ha intrapreso un percorso innovativo di specializzazione e formazione, costituendo un nucleo di Agenti ed Ufficiali specificamente preparati per sostenere qualsiasi progetto finalizzato al contrasto dei fenomeni del bullismo e, successivamente, del cyberbullismo. Questa lungimiranza operativa ha consentito al Corpo di acquisire un patrimonio di competenze ed esperienze che oggi si rivela perfettamente allineato con le nuove disposizioni normative.
Come evidenziato nella pubblicazione di R. Antonelli, “La valorizzazione delle attività della Polizia Locale”, in L’aggressività e il bullismo nella scuola. Prevenzione e intervento, a cura di I. Gagliardini, G. Bortone (Roma, Edizioni Kappa, 2007), l’approccio della Polizia Locale di Ciampino non si limita agli interventi diretti di carattere repressivo, ma si articola attraverso una strategia di prevenzione primaria che coinvolge attivamente l’intera comunità educante.
Le attività di educazione alla legalità: un impegno costante nelle scuole
Il programma di educazione alla legalità sviluppato dalla Polizia Locale di Ciampino si concretizza attraverso vere e proprie lezioni strutturate che coinvolgono sistematicamente tutti gli studenti delle scuole medie e superiori del territorio comunale. Questi interventi formativi non rappresentano episodi sporadici, ma costituiscono un percorso educativo continuativo, calibrato sulle diverse fasce d’età e sui specifici bisogni formativi emersi dall’analisi del territorio.
L’approccio metodologico adottato privilegia il dialogo e l’interazione, trasformando gli operatori di Polizia Locale da figure di mero controllo a veri e propri “educatori alla legalità”. Questa trasformazione del ruolo ha prodotto risultati particolarmente significativi in termini di fiducia e collaborazione tra giovani, istituzioni e famiglie.
La strategia di “Vicinanza”: oltre i confini scolastici
L’innovazione dell’esperienza ciampinese risiede anche nella capacità di estendere l’attività di prevenzione oltre i confini dell’ambiente scolastico. L’attività di “vicinanza” si sviluppa nei luoghi di aggregazione giovanile, con particolare attenzione ai parchi cittadini e agli spazi di socializzazione frequentati dai giovani.
Questa presenza costante e non invasiva ha permesso di intercettare situazioni di disagio e potenziali episodi di bullismo in fase embrionale, consentendo interventi preventivi tempestivi ed efficaci. La strategia della vicinanza si è rivelata particolarmente efficace nel creare un ponte di comunicazione con i giovani che spesso vedono nelle forze dell’ordine un soggetto antagonista piuttosto che una risorsa di aiuto e protezione.
Gli elementi caratterizzanti del “Progetto Integrato”
L’esperienza della Polizia Locale di Ciampino si articola intorno a tre elementi fondamentali che ne costituiscono l’ossatura metodologica e operativa:
1. La Realizzazione di una Rete Territoriale Integrata: il primo elemento caratterizzante è rappresentato dalla realizzazione di una rete territoriale che vede la partecipazione attiva di tutti gli attori direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Questa rete include:
-
-
-
- Personale docente e dirigenti scolastici: attraverso protocolli di collaborazione che prevedono formazione congiunta e procedure operative condivise
- Servizi sociali territoriali: per garantire la presa in carico integrata dei casi più complessi e il supporto alle famiglie
- Associazionismo locale: valorizzando il patrimonio di competenze e risorse presente sul territorio attraverso il coinvolgimento attivo delle organizzazioni del terzo settore.
-
-
Questa rete opera secondo un modello di governance partecipata che anticipa e realizza concretamente quanto previsto dal nuovo assetto normativo in materia di coordinamento istituzionale.
2. I Progetti Integrati di Peer Education: il secondo elemento distintivo è costituito dalla realizzazione di progetti integrati che valorizzano il protagonismo giovanile attraverso metodologie di peer education. Un esempio particolarmente significativo è rappresentato dal progetto che ha visto gli studenti delle scuole superiori impegnati nella realizzazione di spot audiovisivi destinati ai giovani e giovanissimi studenti delle scuole inferiori. Questi progetti hanno dimostrato una particolare efficacia nel:
-
-
-
- Responsabilizzare i giovani più grandi nel ruolo di “educatori” dei loro coetanei più giovani
- Utilizzare linguaggi e codici comunicativi più vicini al mondo giovanile
- Creare prodotti multimediali che possono essere utilizzati come strumenti didattici permanenti
- Sviluppare competenze trasversali negli studenti coinvolti nella realizzazione
-
-
3. La Collaborazione con l’Associazione Mediamo: il terzo elemento caratterizzante è rappresentato dalla collaborazione specifica avviata con l’Associazione Mediamo, che ha consentito di sviluppare un percorso formativo innovativo rivolto agli alunni delle scuole elementari. Come documentato nella pubblicazione di N. Rubino, R. Viola, *MediAmo educazione alla gestione del conflitto e prevenzione al bullismo nella scuola: Il metodo RubinoViola” (Alpes Italia, 2021), questa collaborazione ha permesso di:
-
-
-
- Avviare percorsi di prevenzione primaria già nelle fasce d’età più giovani, quando i modelli comportamentali sono ancora in fase di formazione
- Sviluppare competenze di gestione del conflitto attraverso metodologie specificamente tarate sui bisogni evolutivi dei bambini
- Migliorare il passaggio alle scuole medie dotando gli studenti di maggiore consapevolezza rispetto alle problematiche del bullismo e di strumenti concreti per affrontarle
- Creare continuità educativa tra i diversi ordini di scuola attraverso un approccio metodologico condiviso
-
-
Questa collaborazione rappresenta un esempio virtuoso di come la sinergia tra istituzioni pubbliche e privato sociale possa produrre risultati di eccellenza nel campo della prevenzione.
La Polizia Locale di Ciampino come punto di riferimento del sistema scuola
L’insieme di queste attività e la continuità dell’impegno profuso hanno consentito agli Ufficiali ed Agenti della Polizia Locale di Ciampino di affermarsi come un vero e proprio punto di riferimento per il sistema “scuola” del territorio comunale. Questa posizione di fiducia e autorevolezza si è consolidata attraverso:
-
-
- La costanza della presenza: garantendo continuità negli interventi e nelle relazioni con le istituzioni scolastiche
- La competenza specialistica: mantenendo aggiornata la formazione del personale sulle evoluzioni normative e metodologiche
- La capacità di mediazione: sviluppando competenze specifiche nella gestione dei conflitti e nella comunicazione con i giovani
- La flessibilità operativa: adattando gli interventi alle specifiche esigenze emerse dal territorio e dalle istituzioni scolastiche
-
Prospettive di sviluppo nel nuovo contesto normativo
L’esperienza maturata dalla Polizia Locale di Ciampino si inserisce perfettamente nel nuovo quadro normativo delineato dal Decreto Legislativo n. 99/2025, rappresentando un modello di best practice replicabile e scalabile. Le competenze acquisite in quasi due decenni di attività si rivelano oggi particolarmente preziose per:
– Supportare le istituzioni scolastiche nell’implementazione dei nuovi adempimenti normativi
– Contribuire alla formazione del personale docente e non docente
– Partecipare attivamente ai tavoli permanenti di monitoraggio previsti dalla nuova normativa
– Fornire dati ed elementi di valutazione per il sistema di rilevazione statistica dell’ISTAT
L’esperienza ciampinese dimostra come un approccio proattivo, integrato e continuativo possa produrre risultati significativi nella prevenzione e nel contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, confermando la centralità del ruolo della Polizia Locale come presidio di legalità e sicurezza partecipata sul territorio.
(A cura di Roberto ANTONELLI)